Gesta memorabili del fottuto eroe

dying warrior

Le gesta memorabili del fottuto eroe non vengono trasmesse in TV. Poco o nessuno il rilievo sui quotidiani locali. Affinché siano memorabili, sosterrà il pedante preliminare, occorre se ne abbia notizia. Affinché se ne abbia notizia, interverrà il pedante definitivo, occorre la si diffonda. Trascurano entrambi che si tratta di gesta memorabili solo in teoria. Qui l’eroe è culturalmente dimesso e scevro da marketing efficace. Egli non va a combattere informando l’ufficio stampa. Egli non crea l’”evento” sui social. Egli viene a trovarsi da un momento all’altro nella cacca. Che sia eroe o meno, di certo fottuto lo è. Del duello (o agguato o battaglia o altro inghippo militare) che lo impegnerà, va rimarcata la sproporzione tra la mole del nostro e quella dell’avversario. Servizio Sanitario Nazionale, Agenzia delle Entrate, Ente locale, Gerarchia ecclesiastica, Servizi di intelligence, Massoneria, Sindacato o Refezione scolatica non importa: comunque le dimensioni dell’avversario destinato a fottere l’eroe non possono non rendere quest’ultimo, al nostro sguardo benevolo, assai simpatico.

Le gesta memorabili del fottuto eroe vengono compiute sovente entro spazi circoscritti. Non sono rari gli eroi divenuti tali, manifestatisi tali, rivelatisi tali, nel contesto di una cabina, di un abitacolo, di un ripostiglio, di un disimpegno o persino di un bugigattolo. Tanto più eclatanti sono le gesta quanto più angusto è il contesto. Tanto più eroiche sono le imprese quanto più costretto è l’ambito. Intanto poiché è difficile stipare in poco meno di un metro quadrato un pubblico che ammiri l’eroe mentre combatte e gli consenta di tirarsela come si usa fare nella circostanza (teniamo conto che oltre all’eroe ci devono stare come minimo anche un avversario che sarebbe auspicabile far fuori, un re in grado di investire l’eroe del titolo di cavaliere, soprattutto una dama affascinante che ispiri l’impresa e a cui dedicarne l’esito). Poi vorrei vedere voi brandire e roteare una daga, una sciabola, una lanzichenetta o una flamberga in queste condizioni.

Le gesta memorabili del fottuto eroe terminano solitamente con la sconfitta perfetta. Essa è evento in grado di contemperare due esigenze: quella di farci vedere l’eroe mentre soccombe e quella di farcelo amare per l’atteggiamento che assume mentre soccombe. Tutti, osservandolo, diciamo a noi stessi che soccombendo non avremmo mai assunto un atteggiamento tanto dignitoso, tanto glorioso, tanto eroico. Tutti noi, mentre lo guardiamo, diciamo a noi stessi che al suo posto, soccombendo, ci saremmo svuotati visceri e vescica dentro gli schinieri colmandoli della nostra vigliaccheria. Consapevoli di ciò, dedichiamogli una lirica.

L’eroe è solo affinché risalti l’eroismo
c’è la dama ma è altrove
c’è la dama ma è d’altri
e non ci fa conversazione
c’è lo scudiero inetto e vago
trascurabile il contributo.
C’è la dama che non c’è.

Allora si diceva sia solo
in armatura scalfitta dal meteorite
lordata dallo scherno catarro
violata dall’insetto anacronistico
resa sottile dall’intemperie
pisciata del piscio degli dei.
Vuota d’eroe piena di uomo.

Solo l’eroe innanzi al Servizio Sanitario
sa dire frase di targa di marmo
tipo “qui l’eroe resistette”
sa dire frase di targa di bronzo
tipo “qui l’eroe tollerò”
tipo “qui ‘l destino dell’eroe”.
Qui l’eroe fottuto fu.

Ma solo all’eroe spetta un canto
l’omaggio dell’aedo gli spetta
spetta rammemorato d’esser
spetta monumento in polietilene
eterno non biodegradabile
onde venire celebrato.
Dalla merda dei piccioni.

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