Apokalypsis pour homme [1]

Commedia apocalittica antimilitarista fruibile senza difficoltà sia come aperitivo che nel romantico dopocena con il tuo partner. Contiene: due loquaci condottieri, cinque dichiarazioni di guerra, pochi milioni di vittime, un solo dio ma inevitabilmente e coerentemente schierato dalla nostra parte. In evidenza: il Colonnello Perelman (ufficiale esperto, brillante stratega, sostenitore dei valori tradizionali) e il Maresciallo Olbrecht-Tyteca (giovane ufficiale già distintosi per determinazione e ferocia in più di un’occasione), i quali, in seguito a un diverbio, intraprendono un’interminabile contesa che li vede maneggiare e padroneggiare ogni tipo di arma, compresa l’eloquenza. Una misteriosa fanciulla, incline a subire inquietanti ma altresì affascinanti metamorfosi, dichiara guerra a chiunque e segue gli sviluppi della vicenda consapevole di quanto accade, pronta a fronteggiare ogni imprevisto con infinita crudeltà e altrettanta ironia.

Fanciulla dichiarante guerra [voce fuori campo]: Quando il sesto angelo avrà versato la coppa, cinque re della terra combatteranno dio presso il monte di Megiddo. Sia commedia, danza o tragedia, intratterrà un solo spettatore. E innumerevoli larve di mosca. Nel frattempo Regno delle madri Entertainment si offre, ci offre e vi offre “Apokalypsis pour homme”. Siate lieti nell’accogliere il Colonnello Perelman, ufficiale esperto, brillante stratega, sostenitore dei valori tradizionali (il Colonnello entra in scena con fare austero e minaccioso); siate inoltre cortesi nell’accogliere il Maresciallo Olbrecht-Tyteca, giovane ufficiale già distintosi per determinazione e ferocia in più di un’occasione (questi entra in scena ostentando temperamento lascivo e facendo intuire una spiccata inclinazione alla crudeltà).

Perelman: Cedetemi il passo.
Olbrecht-Tyteca: Non ne ho alcuna intenzione. Siate voi, piuttosto, a farvi da parte.
Perelman: Vi ripeto di cedermi il passo, o subirete le conseguenze della vostra sfrontatezza.
Olbrecht-Tyteca: Non vedo alcuno nelle vicinanze che possa farmi scostare dalla linea che intendo percorrere.
Perelman: In tal caso fareste meglio a guardare con più attenzione. Numerosi gentiluomini trovatisi prima di voi nelle medesime circostanze ve lo consiglierebbero se fossero dotati della facoltà di parlare. Purtroppo la morte non la preserva.
Olbrecht-Tyteca: Presumo – Signore – alludiate agli sventurati trovatisi prima di me nel raggio d’azione del vostro alito. Non fatico a credere che abbia procurato loro una morte atroce.
Perelman [irritato]: Ciò che avete appena detto reclama d’essere sanzionato, e la mia spada appare essere lo strumento più adatto a provvedervi.
Olbrecht-Tyteca: Nel tempo che vi necessiterebbe per sfiorarne l’elsa avrei già fornito la vostra casacca di un cospicuo numero di nuove asole.
Perelman: L’arguzia non vi fa difetto, peccato non possa dirsi lo stesso del vostro senno.
Olbrecht-Tyteca: Alla mia arguzia fa riscontro una altrettanto notevole perizia con le armi, e non appena avremo terminato questa conversazione osserverete questi miei pregi avvicendarsi.
Perelman: Sono impaziente di verificarlo come di conoscere il vostro nome, se è pubblicamente pronunciabile.
Olbrecht-Tyteca: Maresciallo Olbrecht-Tyteca per servirvi e, con piacere, impartirvi una lezione.
Perelman: Riservate le vostre lezioni ai pavidi e agli inetti, il Colonnello Friedrich Von Perelman – davanti a voi ­– non sa che farsene. Un momento… Olbrecht-Tyteca avete detto? Il suono del vostro nome non giunge al mio orecchio per la prima volta. Non ritengo abbiate combattuto al mio fianco poiché scarto i vigliacchi quando scelgo i comandanti delle truppe. Forse ho avuto a che fare in passato con la vostra casata, peraltro destinata a non perpetrarsi, almeno lungo il vostro ramo…
Olbrecht-Tyteca: L’intera nobiltà del cancellierato ha avuto a che fare con la mia casata, non certo zotici come voi che meriterebbero di avere a che fare piuttosto con la mia lama.
Perelman: Vi state rivolgendo a un esponente della nobiltà più antica e devota all’Imperatore, quindi cessate di latrare e date finalmente seguito alle vostre minacce se siete un gentiluomo. Il mio servizio all’impero rifulge di onore e di lealtà, doti che voi non parreste possedere. Dunque confutatemi procurandovi una spada.
Olbrecht-Tyteca: Vedo che l’impazienza vi fa ignorare le norme della cavalleria e ogni usuale prudenza. Vi avrei invitato a disporvi in attesa dei miei secondi, ma vedo che proponete una soluzione più sbrigativa. Ebbene vi asseconderò. È tale il mio desiderio di punirvi da sconsigliare il ricorso a una sfida convenzionale in luogo appartato e infarcita di requisiti accessori.
Perelman: Neppure io potrei attendere oltre. L’impazienza non è prerogativa unicamente della vostra giovane età, così come la ferocia, ve lo assicuro. Procuratevi una spada vi ripeto!
Olbrecht-Tyteca: Non chiedo di meglio.

[i due si fronteggiano minacciosi, si indirizzano reciprocamente smorfie e gesti ostili, si liberano del soprabito, si procurano ciascuno una spada e ne sperimentano le possibilità fendendo l’aria]

Fanciulla dichiarante guerra: [voce fuori campo] I ragazzi sembrano parecchio su di giri non trovate? D’altra parte è tipico della loro età darci un po’ dentro, lasciarsi andare, qualche volta un po’ troppo, ma cosa ci possiamo fare? La gioventù è così: si ride, si grida, si corre, si salta, si massacra. Fanno sempre così. Però sono belli. Le divise, le armature, le corazze, farcite di muscoli sudati in tensione. Che fascino. Sono sensibile. Lo siamo tutti se ci pensate.

[entra in scena] È come la pubblicità dei rubinetti del cesso: “quando l’estetica si sposa con la funzionalità”. Così è il massimo. Il primo re apocalittico, uno di quelli che si mettono in testa di sfidare dio (possibilità di successo scarsine), da questo punto di vista ci sa fare. Sulla divisa dei suoi fa mettere un bel sole che gira al contrario e tutti quanti, appena lo vedono, si cagano addosso. In particolare il nemico. In generale tutti. Il sole stesso tramonta al contrario e va a farsela sotto dietro l’orizzonte quando vede quei grossi e cattivi guerrieri vestiti di nero schierati in fila o in riga o in qualsiasi altro modo.

[si rivolge al pubblico] Quanti non avessero familiarità con la letteratura apocalittica sappiano che il primo re non è sempre stato così cattivo. Lo hanno costretto a un certo punto quei dispettosi polacchi che si sono messi a sparare sul territorio altrui. Lui va al Reichstag a spiegare come “al fuoco si risponde con il fuoco. Poi alle bombe con le bombe. Quindi ai gas velenosi coi gas velenosi”. Nulla di peggiore di un insetto fastidioso che ti gira intorno e ti si posa dove non deve e porta in giro residui del lerciume di cui si è nutrito e in cui ha razzolato. Contaminando ovunque, tutto.

Lui voleva starsene tranquillo in Alta Engadina a sentire Wagner scendendo a valle ogni tanto per fare un po’ il Cancelliere ma senza esagerare. Un rilassato e pacifico Cancelliere in grisaglie. Ma l’insetto polacco varca il confine e fa i suoi bisogni luridi sulle scarpe di chi non deve e allora “gli tocca indossare l’abito che gli è più sacro e caro, quello di primo soldato del Reich” e – statene certi – non lo toglierà fino a quando l’insetto non sarà tornato a calci nella chiazza di putredine in cui merita di affogare.

Tranquilli: “qualunque cosa dovesse accadergli il primo successore è il Camerata di Partito Göring; qualunque cosa dovesse accadere al Camerata di Partito Göring, il successore sarà il camerata di Partito Hess. Avremo l’obbligo di dare loro come Führer la stessa lealtà e obbedienza cieca che diamo a lui. Qualsiasi cosa accadesse al Camerata di Partito Hess, per legge il senato sarà convocato e sceglierà al suo interno il più degno – vale a dire il più coraggioso – successore”. Adorabile baffettino.

[citazioni dal discorso di Hitler al Reichstag dopo l’invasione della Polonia – 1 settembre 1939]

Continua…

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Una risposta a Apokalypsis pour homme [1]

  1. Pesce di Babele ha detto:

    … quasi una battaglia sulla nuova retorica ….

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